"Eveline" è un racconto breve dello scrittore irlandese James Joyce, parte della sua raccolta Dubliners (Gente di Dublino). La storia narra la vicenda di Eveline, una giovane donna che vive a Dublino e si trova di fronte a un bivio esistenziale: fuggire con il suo amante, Frank, a Buenos Aires, o rimanere a Dublino e continuare la sua vita monotona e opprimente.
Eveline è stanca della sua vita: lavora duramente per mantenere la famiglia, subisce gli abusi del padre, e la promessa di una vita migliore con Frank la tenta fortemente. Tuttavia, la paura dell'ignoto, il senso di colpa verso la famiglia, e un https://it.wikiwhat.page/kavramlar/forte%20senso%20del%20dovere la paralizzano.
La storia si concentra sul momento in cui Eveline attende Frank alla stazione, pronta per imbarcarsi sulla nave. Mentre la nave sta per partire, Eveline è sopraffatta dalla https://it.wikiwhat.page/kavramlar/paura e dall'https://it.wikiwhat.page/kavramlar/incapacità%20di%20agire. Ricorda la promessa fatta alla madre morente di tenere unita la famiglia, e questa promessa la vincola al suo presente misero.
Alla fine, Eveline non sale sulla nave. Rimane immobile, "come un animale impotente", mentre Frank parte da solo. La sua https://it.wikiwhat.page/kavramlar/paralisi è sia fisica che emotiva, simbolo della sua incapacità di sfuggire al ciclo di oppressione e stagnazione che caratterizza la vita a Dublino.
I temi principali del racconto sono:
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